Nell'era digitale le competenze che portano al successo sono tipicamente umane. Ecco perché le "soft skill" stanno assumendo un ruolo determinante per il mondo del lavoro.

Con il COVID-19, la crescita tecnologica e l'innovazione sono diventate priorità. La pandemia ci ha portati in un periodo che secondi molti ha enormi potenzialità. Si stima, ad esempio, che entro il 2030 l'IA porterà a un aumento del 26% del PIL globale.1

Tuttavia, per molti leader aziendali, questa trasformazione richiede di ripensare il modo in cui l'azienda svolge le proprie attività quotidiane, le modalità lavorative dei dipendenti e le competenze di cui si avrà bisogno per svolgere lo stesso lavoro in futuro.

Secondo il report "Future of Jobs" del World Economic Forum, il 50% dei dipendenti avrà bisogno di aumentare le proprie competenze entro il 2025. Tuttavia, un sondaggio di PwC condotto sui leader delle aziende e del settore HR ha rivelato che solo il 26% è certo di essere in grado di identificare le competenze necessarie per affrontare il cambiamento tecnologico.

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Esaminiamo più da vicino i fattori umani che oggi sono fondamentali per il successo aziendale in un'intervista a Ben Eubanks, Principal Analyst di Lighthouse Research & Advisory. Eubanks ci rivela il suo punto di vista sulle competenze specifiche dei dipendenti che saranno necessarie sul posto di lavoro in futuro. Guarda l'intervista completa qui sotto o continua a leggere per saperne di più.

Competenze per i lavori del futuro

Competenze per i lavori del futuro

Il bisogno di nuove competenze deriva dal Dove (luogo) e dal Come (processo) dell'esperienza dei dipendenti: entrambi fattori che hanno subito enormi cambiamenti con il COVID-19.

Ciò che è iniziata come un'emergenza, con l'obbligo di lavorare da casa e mantenere il distanziamento sociale, ha portato i leader aziendali a concentrarsi su soluzioni lavorative più sostenibili, consapevoli e flessibili, che promuovono l'inclusività, consentono di risparmiare e incoraggiano l'efficienza e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Chi ha optato per lo smart working o la modalità di lavoro ibrido si è trovato a poter lavorare in sede, nella propria cucina o persino in un bar. Questo ha fatto emergere la difficoltà di rimanere collegati pur essendo lontani dalla sede principale, una problematica con cui il personale operativo fa i conti da anni. Sebbene il luogo di lavoro sia rimasto lo stesso, per i lavoratori senza postazione fissa le modalità lavorative dopo il COVID-19 potrebbero essere molto diverse. Con un maggiore accesso ai dati in tempo reale, alle previsioni analitiche, ai sistemi di pagamento senza contanti e alle app mobile, le loro giornate lavorative sono cambiate ed è aumentato esponenzialmente il bisogno di essere esperti di tecnologia.

Per il personale operativo e i colleghi che lavorano in ufficio, sono richieste capacità specifiche per orientarsi in questo nuovo scenario. Ma con i ritmi odierni di sviluppo digitale, c'è da aspettarsi anche un'interruzione più massiccia delle modalità lavorative tradizionali.

Il report "Future of Jobs" del World Economic Forum stima che, entro il 2025, 85 milioni di posti di lavoro saranno sostituiti in seguito a una diversa suddivisione del lavoro tra uomo e macchine, mentre compariranno 97 milioni di nuove posizioni. Ma non è solo questione di aggiungere ed eliminare posizioni dal mercato del lavoro. Con la diffusione delle tecnologie digitali e dell'IA in ogni settore, i leader devono prepararsi al cambiamento. I ruoli esistenti evolveranno e di conseguenza sarà necessario che i dipendenti facciano altrettanto. L'aumento di competenze e la riqualificazione professionale sono quindi diventati aspetti prioritari.

L'automazione riduce l'esigenza di eseguire attività manuali, ripetitive e impegnative, ma siamo ben lontani dalla creazione di una forza lavoro robotizzata in grado di sostituire quella umana. Al contrario, questa situazione rende indispensabili le competenze trasversali che per lungo tempo sono state definite non essenziali. In altre parole secondo Eubanks, le competenze lavorative che si richiedono oggi sono "tipicamente umane".

"...Ogni volta che entra in gioco l'automazione", spiega, "che sia un'automazione meccanica o digitale, le attività che restano da svolgere sono un po' più umane di prima. L'automazione si prende carico delle attività meccaniche: tutti gli incarichi che non ci piace davvero svolgere. Si lascia così spazio alle capacità lavorative umane, in modo da concentrarci su ciò che conta, costruire rapporti più profondi e dedicarci alle attività più creative."

Per scoprire le altre idee di Eubanks, guarda questo video in cui riflette sulla natura umana delle competenze nell'era digitale.

Quali sono le competenze più importanti per il futuro del lavoro?

Quali sono le competenze più importanti per il futuro del lavoro?

Secondo McKinsey, sono le "competenze sociali ed emotive e le abilità cognitive più elevate" che ci daranno davvero una marcia in più in futuro. Tuttavia, precisa che da sole non bastano per garantire il successo. Anche l'atteggiamento avrà un ruolo fondamentale. In altre parole, il modo in cui i dipendenti si approcciano al lavoro avrà lo stesso peso delle modalità con cui ottengono i risultati. Ad esempio, la loro capacità di fronteggiare le incertezze o l'inclinazione ad acquisire nuove competenze.

Ecco 6 delle competenze lavorative più importanti per il futuro del lavoro.

  1. Competenze digitali

    Secondo il Global Digital Skills Index del 2022, il 76% dei lavoratori non si sente pronto a lavorare in un mondo digital-first e solo il 23% dei CEO è considerato competente a livello digitale. Dall'alfabetizzazione informatica di base (comprese le e-mail e le chat) alle competenze avanzate come la gestione del prodotto digitale e la progettazione UX, si richiede una preparazione maggiore a ogni livello di ogni settore.

    Data la velocità del cambiamento, le conoscenze hanno una validità abbastanza breve. Questo significa che mantenere le competenze digitali e il vantaggio competitivo che portano è possibile solo con una formazione e uno sviluppo continui.

  2. Comunicazione

    Messaggistica istantanea, chiamate, videoconferenze, e-mail... Ci connettiamo con diversi mezzi e dobbiamo capire ed essere capiti con ognuno di essi. Questo significa perfezionare le capacità comunicative scritte e verbali, in particolare quando i team lavorano da sedi diverse. Inoltre, è importante riuscire a essere chiari, concisi e utilizzare un linguaggio privo di tecnicismi.

    La comunicazione efficace è top-down e bottom-up: un processo bilaterale basato sulla capacità di ascolto tanto quanto sulla capacità di condividere informazioni pertinenti e tempestive con le parti interessate.

  3. Agilità mentale

    La nostra capacità di pensare, apprendere e assimilare nuove informazioni si basa sull'agilità mentale. L'agilità mentale è anche il fondamento della capacità di adattarsi, dell'essere creativi e dell'abilità di rispondere al cambiamento con resilienza e flessibilità. La tua organizzazione è in grado di adattarsi alle opportunità o alle difficoltà che si trova davanti? È in grado di innovare e fare le cose diversamente? È capace di pensare fuori dagli schemi?

    La dottoressa Nicole Lipkin, psicologa del lavoro, propone di approcciarsi alle persone, alle situazioni e alle decisioni adottando la "mente del principiante", ovvero abbandonando i preconcetti e coltivando la curiosità. Questo significa anche nutrire una mentalità di crescita che, dice Lipkin, è fondamentale per emergere e trovare il proprio percorso.

  4. Pensiero critico

    La nostra è un'epoca di sovraccarico di informazioni. Essere in grado di valutare, filtrare e analizzare i fatti che ci vengono presentati rientra nell'ambito del pensiero critico. È un'abilità necessaria nelle situazioni che richiedono processi decisionali, risoluzione dei problemi, gestione del tempo e pianificazioni efficaci.

    Nulla deve essere dato per scontato, ma dovrebbe piuttosto essere esaminato in modo rigoroso. Andare più a fondo nelle questioni offre la possibilità di porre le basi per progressi e innovazioni reali.

  5. Abilità interpersonali

    Lo smart working offre mille vantaggi, tra cui un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, ma allo stesso tempo comporta il rischio di isolamento, con la conseguenza che i lavoratori potrebbero sentirsi tagliati fuori ed esclusi. La soluzione? Ottime competenze interpersonali, tra cui capacità di collaborazione, comunicazione ed empatia.

    Un luogo di lavoro che assicura inclusività e sostegno emotivo è un ambiente in cui i lavoratori sono non solo disposti, ma anche in grado di guardare il mondo con gli occhi degli altri e capirne la prospettiva. In una cultura di accettazione reciproca, i dipendenti possono costruire relazioni fondate sulla fiducia e sul senso di comunità. Inoltre, avere legami più solidi contribuisce alla risoluzione dei conflitti e a dare e ricevere feedback: due abilità fondamentali per i manager.

  6. Gestione autonoma

    Definita da McKinsey come "self-leadership", nella sua forma più semplice è la capacità dei lavoratori senza supervisione di motivarsi autonomamente. La definizione comprende anche la consapevolezza di sé e la capacità di autovalutarsi in modo onesto, per poter sfruttare i propri punti di forza e affrontare le proprie debolezze.

    La gestione autonoma richiede intelligenza emotiva: la capacità di capire e gestire le emozioni. Ciò a sua volta porta ad avere una maggiore autodisciplina, una maggiore chiarezza sui processi decisionali e permette di accedere più facilmente all'energia, alla motivazione personale e all'entusiasmo che permettono di migliorare le prestazioni e di avere una maggiore capacità di persuadere, motivare e ispirare gli altri.

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1 "Non avere paura dell'IA. Porterà a una crescita lavorativa a lungo termine", World Economic Forum, 2020.
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