9 tendenze del mondo del lavoro per il 2023

Le tendenze del futuro del lavoro diventeranno realtà nel 2023. Come si evolverà la situazione nel corso dell'anno?

IL FUTURO DEL LAVORO | 6 MINUTI DI LETTURA
Future of work trends 2023
Quali sono le tendenze emergenti sul posto di lavoro?

Quali sono le tendenze emergenti sul posto di lavoro?

L'ambiente lavorativo sta trovando una nuova normalità nell'era post-covid, dal momento che la tecnologia continua a far avanzare la cultura del lavoro da qualsiasi luogo e le pratiche incentrate sulle persone restano centrali. Nel frattempo, la sfida per tenersi stretti i dipendenti più validi continua, mentre il passaggio al metaverso si fa sempre più rapido. Tutto questo fa da sfondo alle tendenze principali che caratterizzeranno il 2023.

1. La VR al servizio del lavoro

Realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) hanno riscosso sempre più successo negli ultimi anni. In particolare, la VR sarà la protagonista del 2023.

Le ragioni sono chiare. Prendiamo, ad esempio, il settore della formazione: il 34% delle aziende afferma che la VR e il metaverso possono rappresentare un modo più efficace per formare e far crescere i propri dipendenti. Rispetto alla formazione dal vivo, la VR consente ai dipendenti di apprendere 4 volte più velocemente. Le persone formate con la VR sono fino al 275% più sicure di agire grazie a ciò che hanno appreso.

La VR avanza anche grazie al mantenimento del lavoro ibrido. Lo smart working limita la collaborazione di persona, e le videochiamate possono sottoporre i dipendenti a stress per la mancanza di accesso al linguaggio del corpo dei colleghi e ad altri segnali non verbali.

Tuttavia, applicazioni come Workrooms e molte altre renderanno le riunioni sempre più immersive, al pari di quelle in presenza, aprendo le porte a nuove modalità di collaborazione e trasformando il modo in cui i team lavorano insieme.

Workplace trends 2023

2. L'ingresso dei Gen Z nella forza lavoro

I Gen Z stanno terminando gli studi, entrando in massa nel mondo del lavoro e portando con sé una nuova visione del lavoro. Sono la generazione meno propensa a continuare a fare un lavoro poco soddisfacente, in termini di valori non condivisi, condizioni salariali sfavorevoli o svalutazione. Il quiet quitting è stata la tendenza del 2022, ma i Gen Z hanno fatto un passo oltre con il "rage applying", che consiste nell'incanalare la rabbia verso il proprio lavoro o il proprio capo candidandosi a più posti di lavoro contemporaneamente, nella speranza che qualcuno proponga un'offerta migliore.

Lavoro ibrido, sostegno alla salute mentale e diversità sono in cima alla lista delle priorità sul lavoro della Generazione Z. Il 46% dei Gen Z afferma di provare ansia o stress per la maggior parte del tempo, adducendo come causa principale il carico di lavoro. Il 63% ritiene che il lavoro ibrido e il sostegno alla salute mentale siano molto utili per aumentare la produttività e il benessere mentale.

3. Lavoro ibrido

Anche se non è una novità, si prevede che lo smart working conoscerà un ulteriore sviluppo nel 2023. Sebbene lo sconvolgimento generato dalla pandemia abbia portato alla diffusione del lavoro completamente da remoto, la tendenza attuale va sempre più verso un modello ibrido in cui le persone dividono la settimana tra la presenza sul luogo di lavoro fisico e quella in una sede remota. Questo trend è destinato a continuare nel 2023, dal momento che le aziende auspicano il ritorno dei lavoratori in ufficio almeno per una parte del tempo, come dimostra il calo del numero di annunci per il lavoro completamente da remoto.

4. La spinta verso la sostenibilità

Con l'aggravarsi della crisi climatica, per le aziende è sempre più importante essere sostenibili e rispettose dell'ambiente. Nel 2022, il 79% dei dirigenti aziendali riteneva che il mondo fosse a un punto di svolta rispetto al cambiamento climatico e iniziava a sentire la pressione degli stakeholder per una maggiore sostenibilità.

A livello globale, il 60% dei consumatori prende in considerazione la sostenibilità di un prodotto e del brand al momento di effettuare un acquisto. Circa un terzo delle persone potrebbero scegliere volontariamente l'opzione sostenibile, anche se proviene da un brand che non hanno mai usato prima. Questo sta spingendo sempre più aziende a diventare "green".

Anche la forza lavoro reclama la sostenibilità. Nel 2020, l'83% delle persone riteneva che la loro azienda non stesse prendendo misure sufficienti per combattere il cambiamento climatico. Con sempre più prove fisiche degli effetti di questo fenomeno sul pianeta, i lavoratori stanno iniziando a chiedere maggiore sostenibilità dall'interno, anziché aspettare che le iniziative arrivino dall'alto.

La spinta verso la sostenibilità si riflette nella continua richiesta di lavoro da remoto. A livello globale, i trasporti hanno rappresentano il 37% delle emissioni di CO2 nel 2021, e i veicoli stradali sono i primi responsabili. La forza lavoro sta facendo pressione per continuare il lavoro da casa e contribuire, così, alla lotta contro il cambiamento climatico, in un'ottica sia personale che professionale.

È probabile che le aziende puntino anche a ottenere la certificazione B Corp. Il greenwashing sta diventando un ricordo del passato e si registra un impegno sempre maggiore da parte delle aziende per contribuire a invertire gli effetti del cambiamento climatico.

5. Benessere e positività

Il benessere sul posto di lavoro è destinato a diventare una delle armi principali dei datori di lavoro nella guerra sempre più competitiva per i talenti. Felicità e benessere sono fondamentali per i dipendenti, sebbene, stando a un sondaggio condotto da Indeed, solo il 49% ritiene che i datori di lavoro li prendano in considerazione.

Dallo studio emerge inoltre che maggiore è la soddisfazione dei dipendenti sul posto di lavoro, minori saranno le probabilità che cerchino un'altra occupazione. Non solo, le iniziative dedicate al benessere possono mitigare gli effetti devastanti del burnout. Per questo motivo, è probabile che le aziende puntino sulle iniziative e sui benefit legati al benessere nell'anno a venire.

Uno sguardo al futuro del lavoro

Vogliamo rispondere ad alcune delle domande chiave sul lavoro nel metaverso. Dai un'occhiata!

6. La settimana lavorativa di 4 giorni

La sperimentazione della settimana lavorativa di 4 giorni finora ha avuto ottimi risultati. Il 67% delle aziende che hanno partecipato al sondaggio globale sulla settimana lavorativa di 4 giorni, il 4 Day Week Global Study, conferma l'intenzione di continuare su questa scia anziché tornare allo schema tradizionale di 5 giorni. Contrariamente a chi temeva un calo, durante la sperimentazione la produttività è aumentata o rimasta stabile e la soddisfazione e il benessere dei dipendenti sono aumentati. Inoltre, stando a uno studio della Henley Business School, le aziende che hanno sperimentato e implementato la settimana lavorativa di 4 giorni hanno risparmiato circa 104 miliardi di sterline, pari al 2,2% del fatturato totale.

Nel 2023 vedremo sempre più aziende adottare la settimana corta? Secondo i risultati di un sondaggio, il 79% dei selezionatori pensa che la settimana lavorativa di 4 giorni, senza riduzione dello stipendio, entrerà in vigore entro il 2030, quindi è ragionevole aspettarsi che questa sia un'iniziativa destinata a rimanere.

7. Assunzioni basate sulle competenze

Il livello di istruzione è sempre stato uno dei fattori decisivi nella scelta di assumere qualcuno. Si pensava che le qualifiche dei candidati e le università frequentate fossero gli indicatori più importanti dei risultati professionali futuri. Tuttavia, negli ambienti di lavoro si sta a poco a poco abbandonando quest'idea.

Oggi, per trovare talenti tre quarti dei datori di lavoro si affidano alla selezione basata sulle competenze. Questo processo comporta l'utilizzo di una serie di test specifici per un ruolo per determinare la capacità di un candidato di svolgere un lavoro e capire ciò che potrebbe apportare al team.

Anche i dipendenti hanno affinato le loro competenze, specialmente durante e dopo la pandemia, quando le persone hanno dedicato del tempo a sviluppare nuove abilità lavorative, per divertimento o per trovare un impiego. I datori di lavoro si sono accorti che le persone assunte in base alle competenze sono più efficaci e produttive rispetto a quelle selezionate con altri metodi.

8. Promuovere la DE&I

La DE&I (Diversity, Equity & Inclusion), compresi genere, sessualità, disabilità e neurodiversità, ha già assunto un'estrema rilevanza sul posto di lavoro. Oltre ad essere una questione di giustizia sociale, la diversità offre notevoli vantaggi, tra cui la creatività e l'innovazione che derivano da un insieme variegato di punti di vista. È molto più probabile che un gruppo di persone con background diversi sviluppi idee originali, e commercializzabili, rispetto a un gruppo di persone con un background simile.

Si tratta anche di un aspetto sempre più importante per i dipendenti: l'81% dichiara che prenderebbe in considerazione l'idea di lasciare il proprio impiego se ritenesse che l'azienda non stia facendo abbastanza per sostenere la DE&I.

9. Promozione interna e aumento delle competenze

Visti i costi della selezione del personale e gli stravolgimenti causati dalla Great Resignation del 2022, non sorprende che nel 2023 le aziende siano focalizzate sul mantenimento dei dipendenti. Parte di questa strategia consiste nel puntare sull'utilizzo ottimale delle risorse già disponibili facendo leva sull'aumento delle competenze e la promozione interna, o il "quiet hiring", come definito da Gartner.

Tale approccio è estremamente utile nell'ottica del mantenimento. I dipendenti hanno sempre dichiarato che le opportunità di formazione sono uno dei principali fattori decisivi quando si tratta di accettare un lavoro o una promozione. La promozione di persone all'interno dell'azienda, anziché l'assunzione di nuovi candidati, dimostra ai dipendenti che ci sono opportunità di cui possono usufruire.

L'aumento delle competenze e la riqualificazione professionale funzionano pressoché allo stesso modo. Per mantenere i dipendenti, le aziende ora provvedono alla loro riqualificazione professionale per trasferirli in aree in cui potrebbero essere più efficaci. Questo approccio si rivela molto più economico rispetto alle assunzioni esterne, ed è molto probabile che si diffonda nel 2023.

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