Quiet quitting: cos'è e come evitarlo

"Quiet quitting" è uno dei termini più inflazionati del 2022. Ma perché le organizzazioni dovrebbero esserne preoccupate? E cosa possono fare i datori di lavoro per stroncare il fenomeno sul nascere?

CULTURA | 7 MINUTI DI LETTURA
Quiet Quitting - Workplace from Meta

Lavorare fino a tardi, controllare le e-mail fuori dall'orario di lavoro e offrirsi volontari per organizzare attività extracurriculari sono da tempo cose considerate normali negli uffici. Ma quel tipo di mentalità sta cambiando. I dipendenti iniziano a rifiutare la cultura del "sempre al lavoro", a porre dei confini, e a parlarne sui social.

In questo articolo ti aiutiamo a comprendere le ragioni alla base di questo fenomeno in crescita e ti offriamo suggerimenti pratici per prevenirlo.

Cos'è il quiet quitting?

Cos'è il quiet quitting?

Nonostante il nome (to quit significa dimettersi), il quiet quitting non implica rassegnare le dimissioni dal proprio lavoro. Significa svolgere le mansioni minime richieste per non farsi licenziare. In altre parole, i dipendenti portano a termine il lavoro che per contratto sono tenuti a garantire e si "dimettono" dal lavoro extra. Si presentano in ufficio, ma non vanno oltre a quello che ci si aspetta da loro. È un po' come una sorta di sciopero bianco.

Si tratta di una forma di perdita di coinvolgimento dei dipendenti e può presentarsi in una varietà di modi:

  • Uscire ogni giorno al minuto esatto in cui il proprio turno termina

  • Rifiutarsi di rispondere ai messaggi di lavoro fuori orario

  • Rifiutare i progetti che non rientrano nella descrizione del ruolo ricoperto

  • Non offrirsi volontari per svolgere compiti

  • Accettare di occuparsi solo di compiti semplici

  • Sentirsi meno coinvolti nel proprio lavoro

  • Non avere la volontà di impegnarsi più del necessario nello svolgimento delle attività

Possiamo considerare il quiet quitting un effetto secondario di un'altra tendenza lasciataci in eredità dalla pandemia, la Great Resignation, con cui i dimissionari "rumorosi" (in contrasto con il silenzio del "quiet" quitting) hanno fatto sentire forte e chiara la propria voce, comunicando di non sentirsi valorizzati e di volersi semplicemente licenziare per trovare nuove opportunità altrove. I Quiet quitter, d'altro canto, stanno abbandonando mentalmente le loro attuali organizzazioni, riducendo silenziosamente il proprio impegno sul posto di lavoro in un momento in cui i tassi di produttività destano preoccupazione. Come killer silenziosi, possono essere più letali di chi si dimette facendo baccano, perché erodono silenziosamente i tuoi profitti senza che tu te ne accorga.

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Quanto è diffuso il quiet quitting?

Quanto è diffuso il quiet quitting?

Il Quiet quitting si sta diffondendo come modo per affrontare lo stress e il burnout causati dal lavoro protratto troppo a lungo senza mai staccare. Secondo un sondaggio condotto da Gallup, i quiet quitter rappresentano almeno il 50% della forza lavoro negli Stati Uniti. Sebbene tutte le generazioni abbiano rivalutato il proprio equilibrio vita privata-lavoro dopo la pandemia, sono gli appartenenti alla Gen Z ad essere alla guida di questa rivalutazione delle scelte relative alla carriera, con l'82% di loro che afferma che fare il minimo indispensabile per mantenere il posto di lavoro sia un'idea "piuttosto o estremamente allettante".

Questo mantra è messo in evidenza nelle migliaia di commenti pubblicati online con l'hashtag #quietquitting. Per esempio: "faccio il minimo indispensabile per non farmi licenziare o notare", "Il mio motto al lavoro ora è 'impegnati per essere mediocre'", e "Se devo dare di più, devono pagarmi di più".

A livello globale, l'Europa ha la percentuale locale minore di dipendenti coinvolti. Nel Regno Unito, solo il 9% dei lavoratori si sentono coinvolti dal proprio lavoro o ne sono entusiasti, il che porta il Paese a posizionarsi 33° su 38 Paesi europei, come mostra il "Global workplace: 2022 report" di Gallup ("report 2022 sul lavoro a livello globale"). Questi dati dovrebbero far suonare un campanello d'allarme per i datori di lavoro: il quiet quitting è un fenomeno da prendere sul serio.

I lavoratori della Gen Z di età inferiore ai 25 anni apprezzano soprattutto la flessibilità e il lavoro significativo, ma da quando è iniziata la pandemia è diminuito il numero di quelli tra loro che si sentono considerati e che hanno opportunità di crescita professionale. Questo fattore sottolinea quanto sia importante che i manager siano formati per andare incontro alle esigenze dei talenti emergenti.

Gli effetti del quiet quitting

Gli effetti del quiet quitting

A livello superficiale, il quiet quitting potrebbe non sembrare un gran problema. Dopotutto, questi dipendenti continuano comunque a svolgere le proprie mansioni fondamentali. Ma una forza lavoro disposta ad andare oltre al minimo sindacale dà alle azienda un vantaggio competitivo.

E avere dipendenti non coinvolti è deleterio per il bilancio. Sono stati condotti studi che dimostrano che alcune organizzazioni stanno subendo perdite economica equivalenti al 20% della retribuzione annua dei "quiet quitter", mentre il costo annuo per l'economia generale del Regno Unito ammonta a 340 miliardi di sterline.

Una delle conseguenze più ovvie del quiet quitting è il calo di produttività. Sebbene il dipendente svolga le sue mansioni, potrebbe non offrire il proprio contributo alla cultura dell'ufficio, non collaborare e non partecipare alle sessioni di brainstorming e alle riunioni.

Di solito, chi abbandona silenziosamente è un dipendente un tempo entusiasta, che è stato sovraccaricato di lavoro e sottovalutato, finendo per cadere nella disillusione. Il morale basso fa sì che lo spirito di squadra dei dipendenti diminuisca nel tempo, e questo può generare conflitto con i colleghi e portare a un ambiente lavorativo tossico.

Anche la Great Resignation e la scarsità di competenze sul mercato del lavoro non aiutano molto. Quando un dipendente lascia l'azienda, il compito di sostituirlo fino all'assunzione di altro personale spetta spesso agli altri membri del team, che non vengono aiutati dal manager con il carico di lavoro. I dipendenti possono iniziare a sentirsi esausti e frustrati in caso di turnover elevato o di lunghe attese per la formazione di nuovi assunti.

Perché i dipendenti abbandonano silenziosamente?

Perché i dipendenti abbandonano silenziosamente?

Sebbene il concetto di "lavorare per vivere" invece di "vivere per lavorare" di certo non sia nuovo, la pandemia ha contribuito a esacerbarlo. Trascorrere i lockdown a casa ha portato le persone a rivalutare l'impatto del pendolarismo quotidiano, delle ore di lavoro e della mancanza di tempo per se stessi. Tra i motivi che portano al quiet quitting troviamo i seguenti:

Organizzazioni che operano in modalità di crisi

In anni recenti, il mondo si è trascinato da una crisi all'altra, con l'epidemia di Covid, la guerra in Ucraina e la continua instabilità economica. Tutti questi eventi globali hanno influito negativamente sulle aziende e sulla stabilità e la salute mentale di tutti. Lavorare continuamente in ambienti stressanti può avere un grave impatto anche sui dipendenti più positivi.

Scarse capacità di dirigenti e manager

I membri del team sono più propensi a disconnettersi mentalmente quando percepiscono che i manager non hanno a cuore i loro interessi o non comunicano efficacemente. Troppo spesso i dipendenti condividono i loro dubbi e sentono che i manager non sono in grado di rispondere adeguatamente.

Quando le persone hanno l'impressione che i loro leader non le sostengano, si difendono costruendosi delle barriere.

Maggiore sicurezza sul lavoro

Come conseguenza della mancanza di competenze e dei costi elevati del recruitment, dopo la pandemia il potere è passato ai dipendenti. Ai lavoratori non basta avere un lavoro per sentirsi grati: vogliono un lavoro significativo, e sono pronti a chiedere di più per averlo. Se le loro richieste non vengono soddisfatte, possono sentirsi meno propensi a impegnarsi per lavorare di più.

I dipendenti stanno rivalutando l'importanza del lavoro dopo il Covid

La pandemia ha portato molte più persone a pensare alle proprie scelte lavorative, a come vengono trattate al lavoro e a quello che per loro è davvero importante. Dopotutto, pochi guardandosi indietro vorrebbero aver passato più tempo in ufficio. E questa idea ha fatto ancor più presa nella mente delle persone durante il Covid: il lavoro non è l'essenza della vita. Le aziende che non promuovono un equilibrio salutare tra vita privata e lavoro non rappresentano un'aspettativa allettante.

Dipendenti che si sentono sottovalutati e non apprezzati

Alla maggior parte dei dipendenti può far piacere impegnarsi un po' di più nel proprio lavoro ogni tanto; il problema nasce quando questa volontà viene data per scontata e lavorare di più diventa la norma:

è improbabile che le persone vogliano farlo se si sentono sottostimate, non apprezzate e non coinvolte sul posto di lavoro. Uno stipendio basso, l'impossibilità di avanzamento di carriera e la mancanza di rispetto sono solo alcuni dei fattori che spingono i dipendenti a disconnettersi.

Come evitare il quiet quitting

Come evitare il quiet quitting

La rivolta del quiet quitting è motivo di preoccupazione per molte organizzazioni, perché è indice di un allontanamento tra dipendenti e datori di lavoro in continua espansione. Ti proponiamo alcune possibili soluzioni al problema, per ispirare le persone a fare sempre del proprio meglio.

Tieni sotto controllo il carico di lavoro

Il sovraccarico di lavoro è uno dei fattori che maggiormente contribuisce all'insorgere di ansia ed esaurimento. Se chiedi ai dipendenti di svolgere del lavoro extra, concordate insieme che sia per un periodo limitato di tempo oppure ricompensa il loro impegno con una promozione.

Per evitare che i membri del personale con meno esperienza si sentano sopraffatti, potresti dire loro come assegnare la priorità alle mansioni che devono svolgere. È preoccupante che meno di 4 persone su 10 tra i dipendenti più giovani in smart working o in modalità di lavoro ibrido sappiano cosa ci si aspetta da loro. Usa istruzioni chiare: indica la priorità di ogni attività contrassegnandola come alta, media o bassa.

Ricostruisci i rapporti

Costruire un rapporto con il tuo team è fondamentale, e lo è ancora di più ora che molte persone lavorano da casa. Il silenzio radio può causare preoccupazione e malcontento, quindi mantieni aperte le vie di comunicazione. I leader che si mostrano come esseri umani e non come autorità o entità senza volto dietro a una tastiera hanno maggiori probabilità di sviluppare un rapporto migliore con il proprio staff.

È interessante notare che uno studio di Harvard Business Review ha scoperto che i manager più efficaci hanno tre o quattro quiet quitter in meno nel team rispetto ai leader meno efficaci.

Riconosci e ricompensa gli sforzi delle persone

Tutti vogliono sentirsi apprezzati. Un modo per farlo è mantenere le retribuzioni competitive rispetto al mercato e agli attuali standard di vita. Ma ricorda anche che il riconoscimento può avere forme diverse da quella del denaro, come nel caso dei complimenti in pubblico, dei benefit e del lavoro flessibile.

Riconoscendo l'ottimo lavoro dei dipendenti e ricompensandolo, mostri che quello che fanno è importante. Inoltre, i dipendenti che ricevono un riconoscimento visibile per i loro risultati sono meno propensi a passare in secondo piano e ad adottare il quiet quitting.

Dai voce ai dipendenti

I membri del team che non si sentono ascoltati potrebbero reagire disconnettendosi dall'azienda a livello emotivo; ascoltare con sincerità i tuoi dipendenti e riconoscere le loro emozioni come valide può evitare che questo accada.

Programmare chiacchierate e riunioni del team regolarmente è un buon modo per iniziare, sia online sia di persona. In qualità di leader, è tua responsabilità creare un ambiente sicuro in cui i dipendenti si sentano a proprio agio a parlare.

Migliora le iniziative dedicate al benessere

Quando presti maggiore attenzione alla salute mentale, fisica ed emotiva dei dipendenti, questi sono meno propensi a farlo da soli, lavorando meno e con meno impegno per proteggere il proprio benessere.

Fornire sedute di mindfulness, dare la possibilità di lavorare in smart working almeno una volta a settimana e offrire sostegno alla gestione finanziaria sono solo alcune tra le cose positive che puoi fare al riguardo.

Evita che i confini diventino labili

Il lavoro ibrido e lo smart working possono rendere labili i confini tra vita privata e vita lavorativa. Il quiet quitting a volte è una reazione innescata dalla mancanza di rispetto dei confini professionali. Stabilisci una politica in base alla quale si ritiene facoltativo rispondere alle chiamate o alle e-mail fuori dall'orario di lavoro, oppure introduci un sistema per la reperibilità. Consenti ai dipendenti che si sono fermati oltre l'orario di uscire prima un altro giorno.

Più mostri rispetto verso il diritto dei dipendenti ad avere tempo per loro stessi e lo incoraggi, meno questi saranno propensi a prenderselo autonomamente.

Per riassumere, il quiet quitting è importante perché è associato al lento logorio di produttività, crescita e profitto. I lavoratori che si arenano non contribuiscono quanto potrebbero. Ma questo fenomeno serve anche a ricordare l'importanza di mantenere l'equilibrio ed evitare il burnout, a prescindere dalla generazione a cui si appartiene.

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